The “Virtual Museum of Archaeological Computing” international project is jointly promoted by the CNR - Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale and the Accademia Nazionale dei Lincei - Centro Linceo Interdisciplinare “Beniamino Segre”.
The Virtual Museum of Archaeological Computing aims at retracing the development of a boundary discipline, which set its roots in the 1950s. Narration starts with the first two decades of applications, between 1950 and 1970. In this period, the foundations of this discipline were laid and a lively debate arose about the theoretical and methodological implications related to the introduction of computers into the world of archaeology.
Situata a circa 60 km a sud da Roma, Segni è un territorio con una lunga continuità di vita.
La ricchezza del quadro documentario e l’ampiezza delle problematiche storiche e archeologiche offerte, oggi, dalla città antica e medievale costituiscono un potenziale incredibile che può costituire un patrimonio veramente significativo e un elemento attrattivo di primo livello grazie all’uso di nuove tecnologie applicate ai Beni Culturali.
Così nasce l’idea di dotare cittadini e turisti di uno strumento tecnologico in grado di valorizzare e promuovere la conoscenza del territorio, la sua storia e l’evoluzione nel tempo: una guida interattiva alla città di Segni.
Un anno e mezzo di lavoro svolto in stretta sinergia tra l’impresa capofila del progetto Planarch srl, il DHiLab del CNR ISPC, il Museo Archeologico comunale di Segni e con la collaborazione di Cooperativa Archeologia.
Una collaborazione che ha dato vita ad una web-app fruibile da PC, smartphone e tablet, gratuita e ricca di contenuti multimediali.
The ARIADNEplus project is the extension of the previous ARIADNE Integrating Activity, which successfully integrated archaeological data infrastructures in Europe, indexing in its registry about 2.000.000 datasets (ARIADNE portal). ARIADNEplus will build on the ARIADNE results, extending and supporting the research community that the previous project created and further developing the relationships with key stakeholders such as the most important European archaeological associations, researchers, heritage professionals, national heritage agencies and so on. The new enlarged partnership of ARIADNEplus covers all of Europe. It now includes leaders in different archaeological domains like palaeoanthropology, bioarchaeology and environmental archaeology as well as other sectors of archaeological sciences, including all periods of human presence from the appearance of hominids to present times. Transnational Activities together with the planned training will further reinforce the presence of ARIADNEplus as a key actor.
The ARIADNEplus data infrastructure will be embedded in a cloud that will offer the availability of Virtual Research Environments where data-based archaeological research may be carried out. The project will furthermore develop a Linked Data approach to data discovery, making available to users innovative services, such as visualization, annotation, text mining and geo-temporal data management. Innovative pilots will be developed to test and demonstrate the innovation potential of the ARIADNEplus approach.
ARIADNE is a proposal to bring together and integrate the existing archaeological research data infrastructures so that researchers can use the various distributed datasets and new and powerful technologies as an integral component of the archaeological research methodology. There is now a large availability of archaeological digital datasets that altogether span different periods, domains and regions; more are continuously created as a result of the increasing use of IT. They are the accumulated outcome of the research of individuals, teams and institutions, but form a vast and fragmented corpus and their potential is constrained by difficult access and non-homogenous perspectives.
This integrating activity will enable trans-national access of researchers to data centres, tools and guidance, and the creation of new Web-based services based on common interfaces to data repositories, availability of reference datasets and usage of innovative technologies. It will stimulate new research avenues in the field of archaeology, relying on the comparison, re-use and integration into current research of the outcomes of past and on-going field and laboratory activity. Such data are scattered amongst diverse collections, datasets, inaccessible and unpublished fieldwork reports “grey literature”, and in publications, the latter still being the main source of knowledge sharing. It will contribute to the creation of a new community of researchers ready to exploit the contribution of Information Technology and to incorporate it in the body of established archaeological research methodology.
To achieve this result the project will use a number of integrating technologies that build on common features of the currently available datasets, and on integrating actions that will build a vibrant community of use. The overall objective outlined above will be achieved through subordinate goals, which altogether will enable the provision of advanced Integrated Infrastructure.
Il progetto ATLAS, mettendo in campo competenze archeologiche, geologiche, di tecniche di remote sensing (satellitare, aereo e terrestre) e di tecnologia GIS, si propone di sviluppare e testare su alcuni casi di studio del Lazio, di media estensione, un’innovativo Sistema che integri diverse catene di processamento di dati per il monitoraggio e la stima di alcune specifiche minacce correlate al suolo (erosione, movimento, cambio di uso e copertura del suolo) ed una piattaforma GIS in grado di gestire ed elaborare i prodotti generati da tali catene. Le catene di processamento si serviranno in particolare di dati prodotti da diversi metodi di telerilevamento: dati SAR e multispettrali da satellite, dati fotogrammetrici, LiDAR e iperspettrali da droni, dati da strumentazione laser scanner, nonché prospezioni geofisiche con GPR e/o altre tecnologie geofisiche. I prodotti di tali catene di processamento, unitamente ai dati del patrimonio archeologico esposto e sepolto, verranno gestiti in maniera integrata all’interno della piattaforma GIS, al fine di generare specifiche mappe di minaccia e di vulnerabilità archeologica, da cui poi ottenere delle vere proprie mappe di rischio.
Il progetto si propone di analizzare con tecniche innovative il paesaggio funerario antico e i contesti tombali inediti di una delle più importanti necropoli dell’emporio di Numana, principale sito di riferimento della civiltà picena durante il I millennio a.C. Per studiare la complessa articolazione della necropoli “Davanzali” (circa 300 tombe, scavate nel secolo scorso), un vero e proprio palinsesto archeologico per sovrapposizione di sepolture, verranno messe a punto nuove metodologie di analisi basate sulla modellazione virtuale del paesaggio e dei singoli reperti. La fase di acquisizione dei dati verrà distinta in due attività parallele. La prima vedrà l'applicazione delle moderne tecniche della disciplina geomatica (laser scanner, GPS differenziale e sistemi Unmanned Aerial Vehicle - drone) per la documentazione della situazione ambientale attuale, il rilievo topografico e la relativa georeferenziazione delle strutture ancora visibili in situ. Il modello del terreno antico ottenuto sarà lo strumento per analizzare con un approccio 3D lo sviluppo diacronico di utilizzo della necropoli. La seconda attività prevista permetterà di documentare nel dettaglio i singoli corredi funerari: verranno sperimentate differenti tecniche di fotogrammetria image based e 3D laser scanning. Questo approccio integrato e multidisciplinare permetterà così non solo di sperimentare nuove metodologie per l’analisi archeologica, ma anche di impostare uno studio approfondito di un contesto eccezionale della civiltà picena, la cui conoscenza è tuttora molto lacunosa. La sperimentazione e il confronto delle diverse tecniche permetterà di individuare il protocollo di documentazione più adatto, da impiegare per ulteriori ricerche. Progetto condotto in collaborazione con Polo Museale delle Marche e Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche
ARTEMISIA è un progetto di Sviluppo Sperimentale che propone l’implementazione di una tecnologia innovativa per l’identificazione in-situ dei materiali pittorici, definita come BR-RIS (Broad Spectral Range Reflectance Imaging Spectroscopy). Il progetto è volto al potenziamento della diagnostica di imaging attraverso un’estensione dell’intervallo spettrale di analisi e lo sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale dedicati sia al riconoscimento automatico che al monitoraggio dello stato di degrado dei materiali costituenti le opere d’arte. Il prototipo che si intende sviluppare prevede la combinazione di due tecnologie, già disponibili tra le dotazioni strumentali dei partner del progetto: l’Imaging iperspettrale (nell’intervallo spettrale VIS-NIR) e la spettroscopia InfraRossa in Trasformata di Fourier (FT-IR) in riflessione (intervallo spettrale MIR)1, ed il loro potenziamento attraverso la fusione dei dati spettroscopici, l’implementazione di algoritmi di intelligenza artificiale e la generazione di immagini informative multilivello per la creazione di una mappa “GIS” dell’opera d’arte.
La carta archeologica di Ancona nasce dal lavoro congiunto dell’Università di Bologna e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, con lo scopo di dotare la città di uno strumento di supporto al lavoro di tutela e pianificazione territoriale degli enti pubblici, consentendo a tutti i soggetti interessati di fruire liberamente ed in maniera condivisa delle conoscenze archeologiche.
Il primo step di questo progetto è stato la digitalizzazione e la normalizzazione di tutti i dati di archivio (documenti amministrativi, documentazione di scavo, disegni e fotografie), oggi disponibili sia in veste cartografica che consultabili attraverso un motore di ricerca, che consente all’utenza di effettuare svariate ricerche sui dati scientifici archiviati nel sistema informatico.
APENNINESCAPE esplora le dinamiche tra insediamenti umani, risorse naturali e paesaggio nell'Appennino settentrionale, con particolare attenzione ai distretti vallivi del Reno, Bisenzio e Sieve. Il periodo di riferimento è il I millennio a.C., quando le comunità etrusche delle Valli del Po e dell’Arno svolgevano un ruolo cruciale nello sviluppo socio-politico della regione.
The Apolline Project is a multi-disciplinary research project which seeks to bring to light the hitherto neglected past of the area to the north of the spectacular Mt. Vesuvius and the Apennines.
Il progetto Appenninica, finanziato dal bando competitivo ALMAIDEA 2022, mira a mappare i siti delle vallate appenniniche del Reno e dei suoi affluenti, Setta e Limentra, per definire le strategie di occupazione e le forme di viabilità di questo settore appenninico tra VI e IV sec. a.C.
Le “montagne di mezzo” sono quelle aree non propriamente collinari, ma nemmeno di alta quota, in cui lo spazio abitabile rappresenta una mediazione dialettica con condizioni fisiche mutevoli. [...] Il progetto ARAM propone l’indagine di queste aree attraverso una archeo-antropologia dell’abbandono finalizzata a rivitalizzare ciò che è stato trascurato, con uno sguardo sui resti del passato che esuli dall’idea classica di patrimonializzazione: l’abbandono come elemento caratterizzante gli spazi, che da privati diventano comuni, per esplorare progettualità alternative; l’abbandono come risorsa, bene collettivo, che può dare vita a esperienze di manutenzione, alla creazione di nuove mappe e di progettualità sovralocali.
Climate change is one of the biggest challenges facing our planet today. From seasonal shifts in climate, with droughts, heatwaves, floods and storms, the impacts of climate change are global in scope and unprecedented in scale. Cities will face frequent extreme events in future years. The risk to cultural heritage and historic urban centres from climate change is also going to increase. The EU-funded ARCH project will develop a disaster risk management framework for assessing and improving the resilience of historic areas to climate change and natural hazards. Tools and methodologies will be designed for local authorities and practitioners, the urban population, and national and international expert communities. To support decision-making, the project will present various models, methods, tools and datasets. These will be developed in collaboration with the four European municipalities Bratislava, Camerino, Hamburg, and València.
Il Laboratorio (ArcheoLab Italia Montenegro), dal titolo 'Archaeological survey in the Doclea valley (Podgorica, Montenegro): walking from Prehistory to early Medieval ages', ha lo scopo di ridare nuova vita ad un sito poco valorizzato, ma estremamente importante per l’identità culturale montenegrina. Oggetto del laboratorio è, infatti, l’antica città romana di Doclea, situata a pochi chilometri dalla capitale del Montenegro, Podgorica.
The Sapienza University of Rome Archaeological Mission in Arabian Peninsula and Gulf Area (Missione Archeologica della Sapienza nella Penisola Arabica e nel Golfo – MASPAG) has been founded in 2020 in the Department of Science of Antiquities and in the long-standing research and pedagogic traditions of the Italian schools of the Near East Archaeology, History and Art History. Thanks to an experience of many years of excavations, surveys and conservations research crossing Eurasia from north-western Syria to south-eastern Arabia, MASPAG’s members plans, follows and supports different interdisciplinary projects in the Arabian Peninsula and Persian Gulf collaborating with many national and international institutions and laboratories, researchers and scholars for exploring, safeguarding and promoting the tangible and intangible heritages of ancient nomad and sedentary cultures, with specific attention to biological and anthropological approaches. MASPAG is now involved in the promotion of an Atlas of the Ancient Near East financed by Sapienza as a Great Athenaeum Project in 2016 and in field research in Oman as Great Athenaeum Excavation (2019, 2020, 2021).
The Archaeology of the Uplands project is the initiative of a group of DiSCi researchers who have been working in mountain contexts for years, with the desire to share experiences, discuss methodologies, and plan new research.
ArchAIDE si pone l’obiettivo di realizzare un strumento per il riconoscimento automatico della ceramica attraverso l’utilizzo del deep learning. A partire da una semplice fotografia, l’App di ArchAIDE fornirà la classificazione digitale di ogni frammento correlandolo con le informazioni dei cataloghi ceramici per la prima volta disponibili on-line.
Il progetto ARCHEO 3.0 promuove l’innovazione dei servizi di scavo archeologico attraverso lo sviluppo e integrazione di dispositivi fotonici, elettromagnetici e acustici in grado di accelerare il riconoscimento di unità stratigrafiche affioranti e raffinare la loro caratterizzazione su base oggettiva.
Una tale esigenza di superamento dei comuni criteri operativi basati su valutazioni empiriche di colore, composizione e consistenza del suolo è particolarmente sentita nell’ambito degli scavi archeologici d’urgenza, condotti contestualmente alla realizzazione di infrastrutture urbane e grandi opere. In tal caso, infatti, il tempo per l’accurata raccolta e interpretazione dei dati è cruciale poiché determina il corrispondente impatto su dette costruzioni e l’efficacia ai fini della salvaguardia del patrimonio.
ARCHEO 3.0 mira a un reale avanzamento tecnologico e di processo nella ricerca archeologica. Tra le tecnologie implementate si annoverano rilievo speditivo 3D, fotogrammetria multispettrale, analisi macrotessiturale e composizionale del suolo, riflettometria acustica e georeferenziazione assistita: tecnologie integrate con l’obiettivo di andare verso una forma di identificazione assistita, svincolata dalle tempistiche dello scavo tradizionalmente inteso. Prodotto finale del progetto sarà una stazione archeometrica mobile per la raccolta e gestione del complesso dei dati di ricerca. Una piattaforma senza precedenti allo stato attuale della ricerca, finalizzata ad un significativo aumento di qualità dei servizi e a una diminuzione dei tempi di esecuzione, con conseguente contenimento dell’impatto della ricerca archeologica preventiva sulle opere per le quali è richiesta.
Più in dettaglio il presente progetto propone di sviluppare i seguenti prodotti tecnologici:
Dispositivo di imaging fotogrammetrico 2D e 3D multispettrale, con estensione dall’ultravioletto all’infrarosso termico con relativo software di acquisizione.
Dispositivo per la caratterizzazione acustica del suolo e relativo software.
Software di elaborazione di immagine per l’estrazione di parametri cromatici e macrotessiturali.
Software in grado di estrarre in maniera automatica o semiautomatica contorni di unità stratigrafiche affioranti sfruttando imaging multispettrale, analisi cromatica, macrotessiturale e acustica di cui sopra.
Dispositivo a microonde per la prospezione di prossimità e relativo software.
Strumento software per disegnare mappe GIS onde velocizzare il rilievo grafico.
Laboratorio mobile integrato che permetta di sfruttare sinergicamente, attraverso un’infrastruttura informatica dedicata, una molteplicità di dispositivi e software innovativi; accanto ai dispositivi e software sviluppati si prevede di associare strumenti portatili per l’analisi composizionale, apparati di georeferenziazione e altro.
Protocolli avanzati di scavo archeologico preventivo.
In Emilia-Romagna, il Segretariato Regionale e le Soprintendenze territorialmente competenti hanno sviluppato, a partire dal 2019, un Geodatabase dei siti oggetto di interventi e/o ritrovamenti archeologici (ArcheoDB) che viene aggiornato in tempo reale ed è pienamente interoperabile con il Geoportale Nazionale per l’Archeologia (GNA). Oggi questo strumento è adottato per la raccolta sistematica dei dati archeologici sul territorio regionale. Le Soprintendenze sono costantemente impegnate, con il proprio personale e le risorse dedicate al progetto, nel recupero e perfezionamento dei dati d’archivio, messi a disposizione di professionisti, imprese e ricercatori, ad esempio per la redazione delle Valutazioni Preventive dell’Impatto Archeologico.
Il progetto ArcheoEchi si basa sull’auralizzazione della cattedrale di Montecorvino, ossia sulla ricostruzione della sua acustica fondata su criteri scientifici e di aderenza storica. In questo modo, vogliamo dare ai visitatori un nuovo modo di ri-vivere la cattedrale. Attraverso metodi di ascolto tridimensionale, si potranno riascoltare i passi, i riti e i canti che un tempo accompagnavano e scandivano la vita della comunità di Montecorvino.
L’archeologia delle migrazioni rappresenta una chiave di lettura per comprendere le trasformazioni sociali, geopolitiche e culturali della società contemporanea. Nel contesto italiano, la lettura archeologica delle migrazioni contemporanee non documentate, ad oggi assente, permetterà di riconoscere le tracce materiali di tale fenomeno come effettivo documento antropico (e non come mero “rifiuto”), chiedendo alla disciplina di ripensare se stessa e le proprie categorie entro nuovi confini spaziali e temporali.
Nell'ambito del progetto denominato ArCOA sono previsti lo studio, la conservazione, la valorizzazione e la comunicazione delle collezioni e degli archivi del Vicino Oriente conservati in musei pubblici e privati, con particolare attenzione all'ambito lombardo, attraverso la costruzione di un database e di un portale web dedicato ai reperti vicino-orientali e fenicio-punici conservati nei principali musei. Il progetto si attua in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano. Lo studio delle collezioni include il riesame dei reperti editi e la pubblicazione di quelli inediti, in accordo con le istituzioni museali locali. Il progetto prevede inoltre l'esame della documentazione d'archivio relativa ai viaggiatori e ai collezionisti di antichità orientali. Sono previsti anche interventi di diagnostica ai fini di conservazione e prevenzione del degrado. Inoltre, ai fini della valorizzazione e fruizione del complesso dei reperti di origine vicino-orientale conservati in territorio lombardo, si attueranno strategie di coinvolgimento di soggetti residenti sul territorio ma provenienti dalle aree del Vicino Oriente.
The Arma Veirana cave is located in the Liguria region of Italy. Excavation of the cave begun in 2015 and has unearthed Neanderthal to Early Mesolithic material.
Per promuovere la conoscenza del territorio, da oggi la visita ai luoghi simbolo del passato di Arzachena diventa più agevole e divertente, attraverso la guida interattiva online per smartphone, tablet e pc, grazie alla collaborazione tra il CNR ISPC e il Comune di Arzachena.
Arzachena Civiltà Millenaria racconta il patrimonio tangibile e intangibile del territorio gallurese: dai siti storici, archeologici e paesaggistici alle tradizioni eno-gastronomiche, alla cultura popolare, ai saperi, alle idee e alle usanze, oltre alle vicende evolutive che hanno portato alla formazione e trasformazione del territorio anche attraverso i contatti con culture e popoli d’oltremare.
The “AUTOMated enriched digitisation of Archaeological liThics and cerAmics” project (AUTOMATA) seeks to enhance the documentation and analysis of archaeological objects by enabling low-cost and time-efficient digitisation. This cutting-edge collaborative scheme, supported by the EU programme Horizon Europe for the period 2024-2029, is implemented by a network of excellence composed of 12 academic and non-academic organisations from 7 countries, placed under the coordination of the University of Pisa (IT).
Basandosi e andando oltre gli aspetti dell’archeologia biomolecolare, AviArch esplorerà, da un punto di vista degli uccelli, il passaggio all’agricoltura nel sud-ovest dell’Asia nel tardo Epipaleolitico/Neolitico e l’emergere della vita urbana e delle rotte commerciali nell’età del bronzo a Creta. AviArch svelerà la varietà di uccelli nei sistemi umani del passato utilizzando nuove tecniche per l’identificazione dell’avifauna, integrando la zooarcheologia, la paleoproteomica e l’Intelligenza Artificiale (IA). I siti sono stati scelti attentamente per mirare ai punti focali della biodiversità con un ricco record archeologico che interseca i cambiamenti socio-ecologici delle relazioni umani-uccelli.
Il progetto di ricerca B.A.C.K. TO T.H.E. F.U.T.U.RE. (BIM Acquisition as Cultural Key TO Transfer Heritage of ancient Egypt For many Uses To many Users REplayed) del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino è risultato vincitore del bando “Metti in rete la tua idea di ricerca”, promosso da Compagnia di San Paolo e Politecnico di Torino. Il progetto, della durata di due anni (2017-2019), ha visto coinvolti come partner accademico l’Università di Salamanca in Avila, Spagna, e come partner non accademico la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino.
Le istituzioni culturali europee posseggono un incredibile patrimonio tangibile, che spesso non può essere presentato al pubblico per motivi differenti, di spazio, di conservazione o per scelte espositive. L’obiettivo principale di B.A.C.K. TO T.H.E. F.U.T.U.RE. è stato quello di rendere accessibili copie di artefatti che sono parte di collezioni museali ‘nascoste’, inserendole in un contesto virtuale e rendendole fruibili permanentemente non solo dagli studiosi ma anche da un pubblico più ampio. Il progetto ha pertanto definito una nuova metodologia in cui gli strumenti BIM (Building Information Modelling) sono stati utilizzati in maniera non convenzionale. Sono stati realizzati modelli 3D informati, per studiare e presentare gli oggetti museali e il patrimonio documentario. La metodologia è stata sviluppata e sperimentata su una collezione di 15 modelli architettonici lignei di inizio Ottocento, parte della collezione del Museo Egizio di Torino. Il progetto si è articolato in più fasi. Il team del Politecnico composto da esperti in Disegno, Geomatica e Storia dell’Architettura è stato costantemente affiancato dal team del museo.
The “Beyond the Palace” project called for new soundings aiming at clarifying the relationship between the Palace and surrounding houses, as well as three further lines of research: the reorganization of all preceding documentation, and the digitization and communication of the same.
BIAD is an constantly growing decentralized archaeological database. Its geographic scope is currently predominantly Europe, however it continues to expand beyond this, and will become global. BIAD is a relational MySQL database, and this wiki provides all documentation for its use and ongoing development. From the outset BIAD was conceived of as a relational database rather than a data repository. This means that, wherever possible, the different types of information contained within BIAD (e.g. published radiocarbon dates, mortuary data, isotopic data, faunal data, botanical data and material cultural data) are interlinked, allowing cross-referencing and deeper levels of data analysis. Since work on BIAD began in 2021, the COREX team and its collaborators have been very focused on building the database and linking the data contained within it. This is being done using SQL. Currently, BIAD can be accessed to input or retrieve data using command line queries, or any of a number of SQL graphical user interface clients (e.g. Sequel Pro). However, one of the end goals of BIAD is to create a web interface through which even non-experts can contribute and query with the ever-growing and ever more interconnected amounts of data that BIAD contains.
Il progetto BIM ReCulT si pone l'obiettivo di applicare la metodologia BIM agli edifici monumentali, metodologia definita HBIM, acronimo di Heritage Building Information Modeling, creando una piattaforma appositamente dedicata che supporti tutte le fasi decisionali comprese quelle connesse alla manutenzione, riqualificazione e gestione del bene.
Come potenziale soluzione alla problematica, il progetto BIMHERIT propone la realizzazione di una piattaforma digitale di condivisione delle competenze, capace di indirizzare i singoli attori coinvolti nel processo verso un metodo di lavoro integrato e sinergico, basato su un lessico digitale comune. Perno fondamentale di questo innovativo paradigma di lavoro è il Building Information Modeling (BIM), un modello parametrico contenente tutte le informazioni che riguardano l’intero ciclo di vita di un’opera. Il caso campione selezionato è il Circo di Massenzio collocato nell’omonimo complesso tra il II e il III miglio della via Appia Antica, a Roma. Tale scelta è dettata dalla sua importanza storico-archeologica, dalla sua complessità monumentale e dal suo grande potenziale a livello turistico.
Da gennaio 2022, all’interno della Cappella, il Comune di Firenze ha allestito un cantiere con un ponteggio visitabile per consentire ai gruppi di ricerca di effettuare le operazioni necessarie allo studio dello stato di conservazione del ciclo di affreschi. Quello della Cappella Brancacci è un cantiere di diagnostica e monitoraggio unico per competenze e tecnologie, un vero e proprio hub nazionale, coordinato dal CNR ISPC.
L’interdisciplinarietà delle competenze coinvolte, tecniche e umanistiche, permette la comprensione a 360 gradi dell’opera, dalla riscoperta della tecnica esecutiva alla durabilità degli interventi pregressi e futuri, alla staticità della struttura architettonica.
Un accordo importante, quello tra il CNR ISPC, il Comune di Firenze e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato (SABAP), che da il via ad una collaborazione per la tutela, salvaguardia e valorizzazione degli affreschi di Masaccio, Masolino e Filippino Lippi, considerati uno dei capolavori assoluti del primo Rinascimento fiorentino, che raccontano le storie di San Pietro e impreziosiscono la Cappella Brancacci, risalente al tardo Trecento, custodita nella chiesa del Carmine a Firenze. Il progetto è reso possibile grazie al finanziamento di Friends of Florence e Jay Pritzker Foundation.
Il progetto si articola in due macro-obiettivi tra loro connessi:
→ Brancacci Project Diagnostica (2021-2024)
→ Brancacci VR Project (2021-2023)
The Italian and Albanian Archaeological Project in Butrint is led by Enrico Giorgi (University of Bologna) and Belisa Muka (Albanian Institute of Archaeology), in collaboration with the Butrint National Park and with the support of the Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation of the Italian Republic. The Butrint Project was born in 2015 and is part of the wider research agreement on Ancient Chaonia developed in 2000 between the Archaeological Institute of Tirana and the University of Bologna.
In 1996 the Italian National Research Council (CNR) promoted a Special Project on the Safeguard of Cultural Heritage. Its aim was to foster the protection and exploitation of Italian national cultural patrimony, through knowledge, recording, restoration and conservation.
Under this initiative the Istituto per l'Archeologia Etrusco-Italica - at that time directed by Mauro Cristofani (1941-1997) - proposed a research project, which was subsequently approved. The title of the project is "Establishment of an Archaeological Information System model and its application to ancient Caere" (The Caere Project). Its purpose is to use an archaeological information system to study the ancient Etruscan town and territory of Cerveteri, where the Institute has been carrying out surveys and excavations since 1982 jointly with the Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale.
Il progetto riguarda un tema che in Italia e per il periodo medievale non è mai stato affrontato in modo sistematico. Alcuni aspetti, come quelli relativi alla ritualità sono stati oggetto di analisi da parte di storici basandosi sulle fonti scritte (scarse e tarde) e senza confrontare i risultati con l'evidenza materiale. Gli studi antropologici e paleopatologici sono stati affrontati occasionalmente e solo in alcune occasioni. Altri aspetti, come le analisi paleobiologiche, non sono mai entrati sistematicamente nell'agenda dei ricercatori italiani medievisti.
L'innovatività del progetto consiste nell'avviare una ricerca multidisciplinare ed esaustiva che prevede:
1. la schedatura sistematica dei complessi funerari presso chiese di Lombardia, Veneto, Trentino, Piemonte con una scheda inserita in un sistema GIS sulla quale vengono registrate le seguenti informazioni; (a) area cimiteriale (dimensioni, limiti, struttura interna, attività che vi si svolgevano oltre a quella funeraria); (b) struttura e posizione delle tombe; (c) evidenze di ritualità (modi deposizione, tracce di riti al momento della deposizione e nel tempo); (d) eventuali corredi; (e) modi di trasmissione della memoria; (f) antropologia e paleopatologia.
2. analisi dei cimiteri utilizzando gli strumenti dell’archeologia del paesaggio (dal remote sensing allo studio del parcellare ecc) per capire la distribuzione delle aree funerarie in un’area topografica precisa, il loro significato, il rapporto con il paesaggio e con gli insediamenti;
3. analisi paleobiologiche (con studio degli isotopi stabili) degli scheletri di alcuni cimiteri campione, al fine di individuare nuove informazioni sullo stile di vita e i movimenti migratori degli individui sepolti.
4. analisi antropologiche dei materiali scheletrici.
Il Progetto CALIGOLA, Caratterizzazione degli Ammassi Litoidi e degli ambienti IpoGei attraverso la valutazione delle caratteristiche di Oscillazione e dell’interazione con i manufatti LApidei del Criptoportico Centrale del colle Palatino, è un Progetto dedicato a sviluppare e implementare tecnologie e metodologie innovative che possano essere di supporto alla tutela e gestione di un bene monumentale di pregio storico-architettonico quale il Criptoportico Centrale del colle Palatino.
Nel 2001, l’International Research Center for Late Antiquity and the Middle Ages (IRCLAMA), riunito a Poreč, poneva le basi per un progetto internazionale a scala europea, finalizzato alla creazione di un corpus dell’architettura religiosa dei secoli IV-X (Corpus architecturae religiosae europeae, o CARE). Italia, Spagna, Svizzera, Germania, Francia, Croazia, per prime hanno aderito a questo ambizioso progetto, cui si sono aggiunti progressivamente ricercatori ed esperti provenienti da altri paesi. L’ultimo team ad aver aderito all’iniziativa è quello di Gran Bretagna e l’Irlanda con un progetto chiamato ECCLES (Early Medieval Christian Churches and Landscapes) legato al CARE. Grazie alle ricerche condotte in Italia settentrionale dall’Università di Padova, sotto la direzione di Gian Pietro Brogiolo, l’Italia ha già dato alle stampe il primo volume del corpus con 146 schede, che rappresenta perciò una pietra miliare del progetto, mentre la Francia ha avuto il difficile compito di mettere a punto la base dati informatica, destinata ad essere tradotta nelle molteplici lingue del CARE, e ad essere diffusa online ad un pubblico molto vasto.
Il progetto nasce nell'ambito del processo di redazione del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale PPTR) con la finalità di effettuare una ricognizione dell'intero territorio attraverso l'analisi delle caratteristiche storiche, naturali ed estetiche.
CHARCOAL è un progetto speciale per la didattica che ha lo scopo di accompagnare studenti e studentesse nell’individuazione, documentazione e studio delle evidenze antracologiche legate alla produzione di carbone di legna nell’area montana Apuo-versiliese. Scopo dell’iniziativa è ampliare l’offerta didattica dei corsi di studio menzionati tramite un percorso specifico che prevede la partecipazione di un formatore esterno, il Dr. Radoslaw Grabowski, esperto archeobotanico con ampia esperienza internazionale nel mondo della ricerca e dell’archeologia preventiva.
Gli obiettivi concreti del progetto sono la presentazione dei monumenti funerari e delle tombe in cui si trovavano con la massima ricchezza e completezza possibile di dati assieme alla possibilità di mettere rapidamente in connessione i monumenti con il loro contesto
The CLIMA project aimed at promoting highly interdisciplinary soil-oriented research to develop an effective tool for the authorities in charge of landscape preservation.
CLIMA has addressed the design and development of a multi-task platform, combining advanced remote sensing technologies, both from satellite and ground-based, with GIS application for mapping and long-term monitoring of archaeological cultural landscapes in order to identify changes due to climate changes and anthropic pressures.
The project has also targeted the development and test of an innovative ground-based gamma spectrometer to measure soil vertical/lateral disturbance.
The main aim of the project was to lead to significant advances in our understanding of archaeological cultural landscapes across the broader research community, the public authorities and in society.
Changes in the landscape have been analyzed by addressing different climatic and environmental conditions in Europe.
Il progetto Codex 4D include e interconnette più approcci disciplinari all’insegna di una metodologia globale finalizzata ad incrementare la conoscenza del codice antico, considerandone gli aspetti materici e intangibili, visibili e invisibili, storico artistici e diagnostici.
Esula dalla semplice digitalizzazione dei contenuti del codice e punta sulla concezione di nuovi modelli narrativi e di rappresentazione virtuale, di strumenti di indagine e visualizzazione scientifica, con linguaggi diversificati e gradi di complessità, per i vari contesti d’uso.
Obiettivo del progetto CIABOT è lo sviluppo di un sistema prototipale di ausilio alla gestione e conservazione dei beni culturali nei depositi basato su sensoristica distribuita e tecnologie di machine learning. Il sistema si propone di fornire un supporto efficace e innovativo alle numerose e complesse necessità connesse alla tutela dei beni culturali conservati in depositi (spazi molto estesi spesso collocati in luoghi di non facile accesso), in cui per il numero consistente di beni collocati e la mancanza di sufficiente personale specializzato, diviene difficile un monitoraggio costante e dettagliato. Tale monitoraggio risulta una attività particolarmente indicata da far svolgere alle macchine, che possono fornire una prima valutazione dello stato di potenziale deterioramento. La macchina può provvedere alla trasmissione di un report di allarme agli specialisti della tutela e del restauro che possono pertanto verificare i dati e programmare un intervento mirato.
The ASA (Ancient South Arabian) corpus is one of the most interesting collections of epigraphic documents of the Semitic world, first and foremost for its vastness. With its over 15,000 inscriptions, it is the first-hand, written documentation of the culture that flourished in South Arabia from the late second millennium BC to the sixth century AD. At present, CSAI contains a collection of some 8,600 texts, for the most part digitized by the team of the University of Pisa under the direction of A. Avanzini.
The Corpus Vasorum Antiquorum ('Corpus of Ancient Vases') is the oldest research project of the UAI. It consists of a series of high-quality catalogues of mostly ancient Greek painted pottery in collections around the world. The first fascicule appeared in 1922 and since then more than 400 have appeared, illustrating more than 100,000 vases in 24 countries.
Il progetto CNR-ISPC dedicato alla villa romana di Cottanello (RI) e alle ville romane della Sabina tiberina ha l'obiettivo di dare visibilità e diffusione ai dati scientifici provenienti dagli scavi e dalle ricerche multidisciplinari condotte presso la villa di Cottanello e in altre ville del territorio, attraverso pubblicazioni e attività didattiche e divulgative insieme a risorse e strumenti consultabili online.
Le indagini archeologiche presso la villa di Cottanello sono state avviate nel 2013 dall’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico (ISMA), confluito nell’attuale Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC), grazie alla concessione di ricerche e scavi del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (ora Ministero della Cultura), e con il supporto del Comune di Cottanello.
Agli scavi sono state affiancate attività scientifiche di carattere multi e inter disciplinare svolte in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell'Area Metropolitana di Roma e della Provincia di Rieti, con La Sapienza - Università di Roma, e con gli Istituti CNR di Struttura della Materia (ISM) e di Geologia Ambientale e Geoingegneria (IGAG). Al progetto hanno partecipato anche ricercatori delle Università Suor Orsola Benincasa e Federico II di Napoli e collaboratori esterni.
Le informazioni provenienti dalle ricerche condotte presso la villa di Cottanello sono state il punto di partenza per ampliare le indagini ad altri insediamenti rurali presenti in un’area della Sabina tiberina in cui il CNR svolge da anni ricerche finalizzate alla conoscenza delle fasi di frequentazione e di insediamento dalla protostoria al periodo romano. Le indagini, condotte da membri del Gruppo di Ricerca Archeologia nel Lazio dell’ISPC (https://www.ispc.cnr.it/it_it/2021/09/14/gral-gruppo-di-ricerca-archeologia-nel-lazio/), insieme a colleghi del CNR ISPC, sede di Napoli e a ricercatori delle Università La Sapienza di Roma e di Cassino e del Lazio meridionale, riguardano il territorio che in epoca romana aveva come punto di riferimento il municipio di Forum Novum, identificato presso S. Maria in Vescovio, a Torri in Sabina.
Creazione di una metodologia BIM (o ArchaeoBIM) replicabile all’interno di qualsiasi contesto archeologico contenente strutture murarie sia prive di alzato, sia conservate in elevato. Proprio per tali peculiarità il progetto ha deciso di utilizzare come caso studio le strutture romane dell’area archeologica di Massaciuccoli Romana (Massarosa – LU).
Il Progetto di Dottorato “Dinamiche insediative e organizzazione territoriale in Dhofar durante l’epoca pre-Islamica” si svilupperà attraverso DHOFARmap e Inqitat Archaeological Project.
DHOFARmap si occuperà principalmente di raccogliere dati geografici sul territorio e dalle fonti con l’intento di creare un WebGIS che riassuma ciò che sappiamo dell’archeologia del Dhofar. L’ Inqitat Archaeological Project porta avanti lo scavo del promontorio di Inqitat e dei sui dintorni, iniziato nel 2016 come spin-off dello scavo ventennale della città sud-arabica di Sumhuram, dal 2018 con l’inclusione all’interno del progetto di Dottorato diventa autonomo.
Gli obiettivi dello scavo sono multipli ma si possono riassumere nell’esigenza di indagare il palinsesto uomo-ambiente nell’area con l’intento di ricostruire le dinamiche insediative, la distribuzione spaziale e le relazioni che intercorsero fra gli abitanti del Dhofar durante l’epoca pre-Islamica.
Chiesa rupestre di Sant’Angelo a Casalrotto (Mottola, TA). La campagna di acquisizione 3D della chiesa rupestre di Sant’Angelo a Casalrotto (Mottola, TA), è stata portata a termine grazie al laboratorio mobile MOLAB dell’infrastruttura IPERION_CH.it, ora E-RIHS.it, utilizzando uno scanner laser a tempo di volo (FARO 120).
DASI seeks to gather all known pre-Islamic Arabian epigraphic material into a comprehensive online database, with the aim to make available to specialists and to the broader public a wide array of documents often underestimated because of their difficulty of access.
Nell’ultimo decennio e, in particolar modo negli ultimi due anni, caratterizzati dalla pandemia dovuta al COVID che ha reso difficoltoso se non impossibile l’accesso ai siti dei Beni Culturali, si è assistito ad un’accelerazione inverosimile nei processi di digitalizzazione. Il progetto D-TECH (Digital-Twin Environment for Cultural Heritage), si inserisce in questo ambito, ponendosi come primo obiettivo quello di rendere questi dati accessibili e interoperabili da parte dei gestori dei luoghi della cultura, il che ne consente una gestione razionale, oltre che una più ampia fruizione e valorizzazione. In funzione di questo, il progetto è sviluppato attraverso una piattaforma multimediale avanzata dedicata ai gestori dei beni culturali, favorendo, in questo modo, l’offerta di servizi per la condivisione e visualizzazione via web di copie digitali dei beni culturali mobili e immobili.
Il “Dizionario Enciclopedico della Civiltà Fenicia” (DECF) è un progetto che si avvale di un’ampia e qualificata collaborazione internazionale. Il proposito dell’opera è quello di elaborare un quadro completo e aggiornato delle conoscenze nel campo degli studi fenici e punici e di presentarlo in forma di dizionario, realizzato in un’editio maior consultabile online e una versione cartacea tradizionale.
L’obiettivo perseguito è offrire un punto di riferimento a studenti e studiosi, affidabile per contenuto e metodologia, corredato di un apparato bibliografico essenziale per ogni singola voce.
e-Archeo nasce dal desiderio del committente Ales SpA, su mandato del Ministero della Cultura (MiC), di offrire una modalità di lettura e fruizione di alcuni siti archeologici con un notevole potenziale narrativo.
Il fil rouge che ha guidato le scelte narrative di e-Archeo è stato l’illustrazione delle varie tipologie di insediamento che si sono sviluppate sul territorio italico, frutto della presenza di popolazioni e culture diverse.
Sono stati scelti centri di fondazione etrusca, greca e fenicio punica, e di ciascuno di essi si è raccontata la storia e il divenire attraverso l’illustrazione dei monumenti meglio conservati, che sono stati presentati nella loro realtà attuale e in una visione ricostruttiva, finalizzata a restituire loro quella terza dimensione perduta nel corso dei secoli.
Per la narrazione sono stati scelti i luoghi della vita pubblica (fori, basiliche, templi) e privata (abitazioni urbane e ville), senza trascurare le necropoli con le tombe e i corredi, specchio delle credenze nell’aldilà.
L’arco cronologico considerato copre più di dieci secoli, durante i quali la penisola è divenuta il luogo dell’integrazione, in cui tradizioni diverse si sono riconosciute in una cultura unitaria.
EAGLE (Electronic Archive of Greek and Latin Epigraphy) rappresenta il punto di arrivo dei lavori per la creazione di una banca dati generale dell'epigrafia antica avviati nel 1997 dall'Association Internationale d'Épigraphie Grecque et Latine (AIEGL).
EAGLE, The Europeana network of Ancient Greek and Latin Epigraphy is a best-practice network co-funded by the European Commission, under its Information and Communication Technologies Policy Support Programme. EAGLE will provide a single user-friendly portal to the inscriptions of the Ancient World, a massive resource for both the curious and for the scholarly.
The EAGLE Best Practice Network is part of Europeana, a multi-lingual online collection of millions of digitised items from European museums, libraries, archives and multi-media collections.
ECHOES’ mission is to set up the European Collaborative Cloud for Cultural Heritage (ECCCH), a shared platform designed to facilitate collaboration among heritage professionals and researchers, enabling them to modernise their workflows and processes. This platform will offer access to data, cutting-edge scientific and training resources, and advanced digital tools, all developed collaboratively by the heritage community to meet their specific requirements. ECHOES will integrate the currently fragmented communities within the Cultural Heritage (CH) sector, bringing together diverse actors from various fields and disciplines into a cohesive community focused on the Digital Commons.
EOS – Etruscans On Sea è l'incubatore di tutte le molteplici attività di ricerca che la Cattedra di Etruscologia e Antichità Italiche dell’Università di Bologna conduce nei contesti degli antichi porti di Spina e Adria.
La ricerca su questi siti, che si pone sul solco di una lunga tradizione di studi portata avanti anche all’interno della medesima Università (basti pensare al lavoro svolto da Nereo Alfieri quando era docente di Topografia Antica a Bologna) ha conosciuto un importante punto di svolta nel 2007, con l’avvio di due grandi progetti incentrati sulla necropoli di Valle Trebba a Spina e sulla documentazione epigrafica etrusca di Adria.
Gli studi condotti in questi anni hanno portato a risultati di notevole interesse, resi noti attraverso numerose pubblicazioni scientifiche. Inoltre, da queste ricerche sono scaturiti numerosi approfondimenti specifici, ad esempio sotto forma di progetti di dottorato.
A partire dal 2020, a queste attività di ricerca si affianca un nuovo progetto di indagine sistematica dell’insediamento antico di Spina, che prevede anche l’applicazione di vari metodi di indagine sul campo con l’obiettivo di ottenere nuove informazioni sulla città e allo stesso tempo di arrivare ad una lettura integrata con gli scavi “storici”
L’intento di EOS è dunque quello di considerare in una prospettiva unitaria tutti gli studi che, pur abbracciando una notevole varietà di tematiche, concorrono ad una più puntuale definizione e conoscenza di questi contesti costieri strategici per comprendere il comparto territoriale dell’Etruria padana e il rapporto tra quest’area e gli altri popoli che frequentavano l’Adriatico antico.
Further to the deliberations approved in Rome in 1999 by the Commission “Épigraphie et Informatique” of the Association Internationale d’Épigraphie Grecque et Latine (AIEGL), EDR was launched as an experimental project aimed at creating a unified database for ancient epigraphy. In 2003 EDR became an independent structure following up AIEGL’s decision to gather under the same portal a number of single databases, all having common features, instead of creating just one extensive base. This resolution marked the birth of EDR as an independent databank.
Il progetto EpiCUM intende rendere fruibile a un vasto pubblico il corpus epigrafico del Museo Civico Castello Ursino di Catania. Il progetto ha coinvolto diversi collaboratori in numerose attività di valorizzazione del materiale epigrafico.
The EDB project specializes in epigraphic documents of Christian patronage (third to eighth centuries, AD), including those contained in the Inscriptiones Christianae Vrbis Romae, nova series, voll. I-X, in civitate Vaticana 1922-1992 (= ICVR) (whose updating we also oversee), and those edited in other bibliographical seats and/or not contained in the ICVR.
The task of the Epigraphic Database Heidelberg (EDH) is the systematic entry of ancient Latin and bilingual (usually Latin and Greek) inscriptions into a complex database. In EAGLE (Electronic Archives of Greek and Latin Epigraphy) EDH is responsible for the inscriptions of the Roman provinces.
Etruscanning è un progetto finanziato dall'Europa per il Framework culture 2007, partecipato da un gruppo di istituzioni di cui fanno parte, oltre all'Itabc-Cnr, l'Allard Pierson Museum di Amsterdam, il National Museum for Antiquities di Leiden, il Gallo-Roman Museum di Tongeren in Belgio, la società Visual Dimension. Ha dato la sua consulenza scientifica l'Istituto di studi sul Mediterraneo antico (Isma-Cnr). Partner associati i Musei Vaticani, la Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria Meridionale e il Museo dell'Agro Veientano di Formello. La società E.V.O.CA. ha realizzato il software e la composizione delle musiche.
Le corpus de la peinture murale des Étrusques, fleuron de cette civilisation qui offrit à l'Italie les premières pages de son histoire, rencontre aujourd’hui deux écueils pour la recherche : ces 200 fresques décorent les murs de tombes souterraines, ne pouvant être vues qu'in situ ; exécutées dans une technique fragile, elles offrent un état de conservation fragmentaire qui impose de limiter leur accès. Dès le XVIIIe siècle, elles furent dessinées par les voyageurs qui voulaient les documenter, préservant ainsi de nombreux détails que le temps a effacés. Le projet vise à associer ces deux périodes chronologiques grâce aux humanités numériques. Il réunira la documentation moderne en mettant en réseau les différents sites patrimoniaux conservant ces fonds sur un portail commun déjà hébergé chez Huma Num ; nous explorerons d’autre part l’élaboration d’une modélisation 3D des tombes peintes à laquelle sera associé le palimpseste des différents relevés modernes (de 10 à 30 par paroi). L’aspect innovant repose sur la confrontation, au sein même du modèle 3D, des différentes versions conservées des fresques afin de retrouver le texte iconographique d'origine.
Le programme “Fac-Simile. Documentation graphique et musées de peinture étrusque“ (2017-2021) est porté par l’École française de Rome, l’équipe de recherche de l’Université de Tours, le CeTHiS (EA 6298), et la Soprintendenza Archeologia Toscana.
Il s’agit d’un programme de recherche et de documentation sur les reproductions graphiques de la peinture étrusque, élaborées entre le XIXe et le XXe siècles. Aquarelles, calques et facsimilés reproduisant les fresques des tombes étrusques (Cerveteri, Chiusi, Orvieto, Tarquinia, Véies, Vulci) sont envisagés à travers leur rôle dans la diffusion de l’art et de la culture étrusque au sein des lieux d’exposition (musées, collections privées, expositions).
Il progetto Geoportale Nazionale per l’Archeologia (GNA) nasce con l’obiettivo di creare un punto di accesso unico nazionale ai dati minimi delle ricerche archeologiche condotte sul territorio italiano: in primo luogo gli interventi realizzati sotto la direzione scientifica del Ministero della Cultura (archeologia preventiva, scavi in assistenza, rinvenimenti fortuiti e scavi programmati), ma anche i risultati di studi condotti da Università e altri Enti di ricerca.
H2IOSC is a pioneering project to create a collaborative cluster of European distributed research infrastructures involved in the humanities and cultural heritage sectors with operating nodes across Italy.
H2IOSC has been funded by the European Union Next Generation EU and the Italian Ministry of University and Research as part of the National Recovery and Resilience Plan (NRRP), with a partnership of 12 research Institutes from the National Research Council of Italy (CNR) and 18 operating units from the CNR’s Department of Social Science and Humanities, Cultural Heritage (CNR DSU).
Hispania Epigraphica Online was created in 2002 when an EU grant enabled a joint research project between the Archivo Epigráfico de Hispania and Mag. K. Schaller, who was developing computing applications for archaeological purposes.
The focus of the collection is the rich epigraphic patrimony of Portugal and Spain, mainly written in Latin, but with some small pockets of Greek, Semitic and Iberian inscriptions.
La base Icar rassemble les objets d'Italie préromaine (étrusque, italique et italiote du VIIIe siècle avant J.-C. jusqu'à l'époque hellénistique) servant de support à une scène figurée.
Elle réunit une abondante documentation iconographique (descriptions, photographies, dessins et gravures modernes) et bibliographique, en mettant l'accent sur le contexte archéologique et artistique, l'histoire des collections et celle des interprétations des scènes figurées.
An intelligent open source system connecting information validated by scientific research for a better knowledge of Italian tangible and intangible Cultural Heritage.
Nel settembre del 2011 sono state condotte delle indagini diagnostiche non-invasive su sei manoscritti miniati dei secoli XIII e XIV, custoditi presso la Biblioteca comunale Augusta di Perugia. I manoscritti oggetto di studio sono: i corali 2790, 2792, 2795, il messale A47 e due esemplari della Divina Commedie, segnati rispettivamente L70 e B25.
Le analisi scientifiche sui codici sono state eseguite dal Centro di Eccellenza SMAArt dell’Università di Perugia e dall’Istituto di Scienze e Tecnologie Molecolari del CNR. Le tecniche utilizzate sono state funzionali alla: caratterizzazione dei materiali costitutivi; individuazione delle tecniche di esecuzione; valutazione dello stato di conservazione. A questo fine sono state sono state impiegate tecniche di imaging (fotografia visibile, riflettografia infrarossa, imaging di fluorescenza e di infrarosso in falso colore) e tecniche spettroscopiche puntuali e non invasive (fluorescenza a raggi X, spettroscopia infrarossa, spettroscopia UV-Vis in assorbimento ed in emissione, diffrazione a raggi X).
Project’s i-MareCulture scope is to raise public awareness of European identity by focusing in maritime cultural heritage, which by default bridges different civilizations. In particular, i-MareCulture aims in bringing inherently unreachable underwater cultural heritage within digital reach of the wide public by implementing virtual visits, serious games with immersive technologies and underwater augmented reality. Scope of the project is to design, analyze, develop and validate pioneer applications and systems in the context of Virtual Museums through collaborative and innovative research from a diverse group of scientists, researchers, archaeologists, experts and museums.
The project i-MareCulture is unique, innovative and promising, contributing fully to the H2020 Framework and the Digital Agenda for Europe, a H2020 initiative, for New Skills and Jobs. In addition, this project abides by the EU’s strategy to become a smart, sustainable and inclusive economy by implementing the knowledge triangle by connecting the Education, Research and Industry by supporting and boosting innovative enterprise to develop their technological breakthroughs into viable products in the area of Virtual Museums and Digital Heritage, with real commercial potential.
Questo progetto di ricerca nasce nell’ambito del programma di dottorato nazionale di Artificial Intelligence for Society, bandito dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa. Questa proposta di ricerca utilizza il deep learning per accentuare il valore di una già riconosciuta risorsa territoriale quali sono le ceramiche tardo e post-medievali di Montelupo Fiorentino, che si distinguono per il loro ampio apparato decorativo.
L'International Etruscan Sigla Project (IESP) è stato avviato nel 2010 dalla Florida State University e dall’Università degli Studi di Milano. E' dedicato allo studio e all'analisi dei segni iscritti non verbali (sigla) presenti su molteplici categorie di manufatti della civiltà etrusca.
Il progetto è nato dalla volontà di dotare cittadini, visitatori e appassionati di uno strumento finalizzato alla visualizzazione interattiva in ambienti virtuali di alcune delle principali tombe etrusche scavate nella roccia delle necropoli di Volterra: in altri termini, grazie a questa tecnologia l’utente viene proiettato virtualmente all’interno degli ipogei, dove può muoversi liberamente a 360 gradi e ricavare brevi informazioni testuali, nonché riportare alla luce, in alcuni casi, gli strati identificati dagli archeologi, interagendo su apposite icone.
all’età contemporanea. Naturale prosecuzione di questo progetto è l’allargamento dei confini della ricerca, fino a comprendere il territorio circostante, nel tentativo di analizzarne le relazioni e le specifiche peculiarità in ottica diacronica. Nel periodo romano Pisa era infatti una città dalla spiccata vocazione produttiva e portuale e il suo territorio copriva una vasta regione costiera dalla Versilia a Rosignano Marittimo.
Le decorazioni pittoriche degli edifici romani sono testimonianza del gusto artistico e delle tecniche dell’epoca, ma la loro realizzazione è legata ai processi economici, politici e sociali antichi. Oltre agli aspetti decorativi e iconografici, questi reperti offrono indizi preziosi sulla produzione artigianale e sulle dinamiche commerciali e sociali antiche. Sebbene numerose ricerche abbiano approfondito la classificazione stilistica e iconografica delle pitture murali, gli studi, che hanno esaminato il ciclo produttivo e il know-how tecnico necessario alla preparazione e alla stesura dei pigmenti, sono un numero minore, seppure negli ultimi anni ci sia stato un crescente interesse nel settore. Questo progetto mira a studiare il chaîne opératoire dei pigmenti impiegati nei contesti costieri e insulari dell’Etruria settentrionale romana, ricostruendo le fasi di produzione e applicazione e le implicazioni sociali, economiche e commerciali delle materie prime utilizzate, analizzando i campioni con tecniche archeometriche non invasive e micro-invasive.
Il progetto ha indagato le trasformazioni dello spazio urbano della città di Pisa in età romana e tardo antica (III secolo a.C. – V secolo d.C.), attraverso il contributo dell’analisi dei materiali da costruzione.
The Linear B Electronic Resources (LiBER) project is sponsored by the Consiglio Nazionale delle Ricerche and has been conceived and developed by Maurizio Del Freo (CNR-ISPC) and Francesco Di Filippo (CNR-ISMed) with the collaboration of Françoise Rougemont (CNRS UMR 7041 ArScAn). The ultimate goal of the project is to create a complete digital edition of the Linear B documents, equipped with a new search engine specifically designed for logosyllabic scripts as well as Web-GIS functionalities for the spatial representation of the documents.
MAGOH è uno dei progetti vincitori del bando “100 assegni per la Cultura” promosso da Regione Toscana. Il progetto prevede la creazione di una piattaforma integrata che permetta di gestire l’intero ciclo della documentazione archeologica relativa alla Provincia di Pisa e all’area metropolitana di Firenze, consentendo l’accessibilità ai dati per una più efficace attività di ricerca, tutela e valorizzazione. MAGOH è coordinato dal MAPPALab, finanziato da Regione Toscana e co-finanziato dal Dip. di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, e dalle Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato e per le province di Pisa e Livorno. Fanno parte del consorzio la ditta di sviluppo informatico INERA SRL e la ditta di data science Miningful Studio.
The project (2013-2016) dealt with the study of the ancient marble, alabaster, and breccia quarries in the territory of Hierapolis of Phrygia (Denizli, Turkey) with a multidisciplinary approach and the reconstruction of the procurement strategies of stone materials for the construction of the buildings urban.
MedAfrica project sets out to produce the first up-to-date, comprehensive, problematised synthesis and interpretation for a generation of what can be established about long-term social and economic dynamics on the African flank of the Mediterranean between the end of the last glacial (ca. 9600BC) and the arrival of Phoenicians and Greeks (variably 800-600BC), and to identify major factors shaping the patterns detected.
Il progetto “Memorie di cose, Memorie di Luoghi, Memorie di vita” è uno spin-off del progetto ARAM (https://www.mappalab.eu/aram/) e si inserisce nel percorso di documentazione e riscoperta del territorio montano del versante versiliese delle Alpi Apuane, partendo dal coinvolgimento dei bambini e delle bambine dell’Istituto Comprensivo Martiri di Sant’Anna di Stazzema. A partecipare sono la scuola per l’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria inferiore. Grazie alla collaborazione tra il team del MAPPALab. del Laboratorio Multimediale, delle cattedre di Antropologia Culturale e Metodologia della Ricerca Archeologica del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa con il corpo docente dell’Istituto, i bambini e le bambine diventeranno protagonisti della riscoperta del proprio territorio, sperimentando i metodi e le pratiche dell’archeologia e dell’antropologia.
This project pertains to the compositional analysis of ceramic materials from Italy. These data were generated by neutron activation analysis (NAA) at the Lawrence Berkeley National Laboratory (LBNL) between the late 1960s and early 1990s. Data from the LBNL were transferred to the Archaeometry Laboratory at the University of Missouri, where they were digitized for distribution through tDAR.
ODEEG is an open-access online database for research on the development of ancient pottery shapes and capacities. ODEEG is specially focused on 3D models, filling capacities, metadata, and long term archiving of the data, while applying LOD and FAIR principles. It is connected to the wider CVA project.
Presently, ODEEG includes fine-wear painted vessels, from ancient Greek territories and Cyprus. Whereas the period encompasses 10th–4th century BCE, approximately from the Geometric period to the Hellenistic period.
The aim is the creation of a web-GIS platform containing spatial historical and archaeological data, but also the creation of many tools to support Digital Humanities in the creation of data to be shared with the world.
PAThs is a project -- which has been funded for six years (2016-2022) by an ERC Advanced Grant (project no. 687567) and is now running thanks to other forms of finantial support -- whose goal is to provide an in-depth diachronical understanding and effective representation of the geography of Coptic literary production and in particular of the corpus of literary writings, almost exclusively of religious contents, produced in Egypt between the 3rd and the 13th centuries in the Coptic language.
PAThs (complete title: “Tracking Papyrus and Parchment Paths. An Archaeological Atlas of Coptic Literature. Literary Texts in Their Original Context. Production, Copying, Usage, Dissemination and Storage”) takes an original and pluridisciplinary approach, combining philology, codicology, palaeography, archaeology, archaeometry, and digital humanities, in order to explore the process of production, copying, usage, dissemination, and storage of Coptic works in relation to the concrete geographical contexts of origin of both the texts themselves and their related writing supports.
PAThs is not a project that emerges ex nihilo, but it takes advantage of some successful initiatives whose results will constitute one of the bases of the research work, although they do not overlap with the goals of this new project. The Corpus dei Manoscritti Copti Letterari (CMCL) is the most important of these projects.
PERCEIVE aims at advancing the digital capability of scientists and cultural institutions through a service-based AI architecture and toolkit, and by developing a new design theory for on-site and remote VR/AR/MR experiences, based on the concepts of “Care”, “Accessibility”, and “Authenticity”, with and for the creative industries, expanding the access to Cultural Heritage and Art outside museums for wider integration with society.
Scavo didattico del sito della città etrusca-romana di Pontecagnano condotto dall'Università degli Studi di Salerno,diretto dal Prof. Carmine Pellegrino.
Il “Progetto Censimento per la Cartografia Archeologica” è un esteso programma di raccolta e sistematizzazione di notizie archeologiche edite, provenienti da bibliografia e documenti d’archivio, realizzato tra il 2002 e il 2008 con il coordinamento dell’allora Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in collaborazione con l’Università di Roma Sapienza, l’Università di Foggia e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Obiettivo del progetto è la creazione di uno strumento tecnico con solide basi scientifiche, che avesse come modello il metodo che rimanda alla “Carta Archeologica d’Italia-Forma Italiae”. L’ultima fase di lavoro (2006-2008) era inserita nel “Progetto di Sistema Informativo Archeologico del P.O.N. Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d’Italia” e quindi è risultata di estrema rilevanza perché i dati acquisiti sono stati inseriti direttamente nel Sistema Informativo per la Tutela del Patrimonio Culturale del Comando Carabinieri.
Il Progetto Lazio Antico nasce nel quadro di uno specifico accordo interistituzionale che ha visto la Regione Lazio e Sapienza Università di Roma mettere in comune le proprie risorse e conoscenze al fine di valorizzare la ricerca nel settore dei Beni Culturali e facilitare l'avviamento dei giovani ai percorsi della ricerca. Lazio Antico offre una mappatura digitale completa dei beni archeologici, dei siti e delle emergenze riferibili al mondo Antico in un periodo compreso tra la metà del sec. IX a.C. e la metà del sec. VI d.C. Lazio Antico copre, oggi, tutto il territorio del Lazio a sud del Tevere e potrà essere esteso a tutta la Regione con una seconda fase di progetto.
Il progetto MAPPA, condotto da un consorzio di Dipartimenti dell’Università di Pisa (Civiltà e Forme del Sapere, Scienze della Terra, Matematica), ha avuto come obiettivo la creazione della Carta di potenziale archeologico della città di Pisa sviluppata attraverso l’elaborazione di un algoritmo predittivo. Attraverso la digitalizzazione, gestione e georeferenziazione di tutti i dati archeologici di Pisa, durante i due anni di ricerca sono stati creati un WebGIS archeologico, un archivio digitale OpenData (MOD) e carte paleogeografiche.