yEd is a powerful desktop application that can be used to quickly and effectively generate high-quality diagrams. Create diagrams manually, or import your external data for analysis. Our automatic layout algorithms arrange even large data sets with just the press of a button.
Each Malvern Panalytical XRF spectrometer is available with advanced and highly specialized software. These software packages are built on more than 20 years of experience and are key in operating your XRF spectrometer.
The built-in intelligence helps to maximize the effectiveness of the analysis that is performed and minimize the training required.
Ancient Xois was located on an island that was formed by the Sebennytic and Phatnitic branches of the Nile. It became the capital of its own nome, the Xoite nome.
WRITES è un progetto di archeologia contemporanea che ha lo scopo di verificare la fattibilità di un’analisi archeologica delle tracce contemporanee, quali graffiti, scritte, disegni, adesivi, poster… disseminate su muri, facciate, serrande, sportelli, cancelli… del centro storico di Pisa.
La piattaforma WIKI, finanziata in parte grazie a progetti di Rilevante Interesse Nazionale (bandi 2012 e 2015), conta su un'equipe di più di 80 collaboratori di diverse istituzioni italiane tra cui Università, Istituti di Ricerca, Soprintendenze e anche studiosi freelance che partecipano insieme nella creazione della più ampia schedatura informatica delle chiese altomedievali italiane a tutt'oggi esistente. La coordinatrice generale della piattaforma WikiCARE_Italia è Alexandra Chavarria Arnau, coordinatrice anche della schedatura dell'Italia settentrionale. Il coordinamento per l'Italia centrale è stato affidato a Federico Guidobaldi (Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana) mentre l'Italia meridionale è coordinata da Giuliano Volpe e Roberta Giuliani (Università di Foggia).
Questa Wiki costituisce il manuale d'uso dell'applicativo (template GIS) per la raccolta dei dati destinati alla pubblicazione nella sezione denominata "dati raccolti con standard GNA" del Geoportale. Il template è strutturato per raccogliere dati esito di qualsiasi tipo di indagine ed è quindi utilizzabile in tutte le attività di raccolta e inserimento di dati che utilizzano tale standard di rappresentazione e descrizione dei dati.
All'interno del manuale è possibile reperire le informazioni di dettaglio relative alla struttura, alle caratteristiche e alle modalità di compilazione dei singoli campi della banca dati GNA, raccolte all'interno di tabelle; sono inoltre presenti indicazioni più generiche relative al tipo di scelte progettuali effettuate, alla modalità di svolgimento di specifiche operazioni tecniche, a specifici casi d'uso, che possono guidare l'utente nella compilazione. Per facilitare la consultazione da parte dell'utente durante il lavoro di inserimento dei dati, è possibile accedere al manuale anche direttamente dall'interno del template; in tale modalità di consultazione, si viene reindirizzati direttamente ai singoli paragrafi. Nell’interesse di tutti gli utenti, chiediamo di esprimere qualunque dubbio e/o perplessità, di segnalare malfunzionamenti e di formulare proposte migliorative scrivendo agli indirizzi indicati sulle pagine del sito ICA e nella sezione "contatti" del portale GNA, al fine di ottimizzare gli strumenti in uso.
Date le specifiche caratteristiche della procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico, effettuata ai sensi delle linee guida emanate con DPCM 14 febbraio 2022, il manuale contiene inoltre indicazioni relative a tale specifica procedura, evidenziate nel testo all’interno di appositi riquadri.
Questo webGIS è stato concepito per permettere all'utente di accedere ai contenuti dell'Archivio Disegni esplorando la pianta del parco archeologico. L'elenco degli edifici i cui disegni sono presenti nell'archivio, sulla sinistra della pagina, si aggiorna in base alla porzione di mappa visualizzata. Nella casella di ricerca è possibile inserire il nome di un luogo specifico o di una tipologia (ad esempio 'mitreo') per filtrare i risultati.
VNM sta realizzando il primo database intelligente e multimediale di tutti i reperti archeologici provenienti dall’area di Vulci, ora disseminati nei musei e nelle collezioni italiane e mondiali.
Vulci nel Mondo (VNM) vuole essere un punto di riferimento e aggregazione di tutte le risorse disponibili sulla città etrusca di Vulci. Il progetto, che si avvale del patrocinio e della supervisione scientifica dell’Università La Sapienza di Roma (Dipartimento di scienze dell’antichità), offre ad archeologi, studiosi, turisti (e curiosi) una serie di strumenti digitali per ricostruire la storia di Vulci, per analizzarne in modo organico la produzione artistica, per stabilire linee di confronto con altri centri della penisola italica e del Mediterraneo, e per seguire le ultime notizie su scavi e ricerche. In questo quadro, VNM sta realizzando il primo database intelligente e multimediale di tutti i reperti archeologici provenienti dall’area di Vulci, ora disseminati nei musei e nelle collezioni italiane e mondiali. Il sito contiene anche un museo virtuale, che riunisce e illustra i maggiori capolavori di Vulci, oltre a una bibliografia aggiornata, una sitografia e vari documenti letterari.
During the summers of 2016 and 2017, a series of Unoccupied Aircraft System (UAS, aka drone) missions were flown over the Vulci plateau, an archaeological relevant site near Rome, Italy. The city of Vulci played a prominent role in Italian history and remains a pivotal piece in understanding the physical and social changes that occurred for both Etruscan and Roman cultures between ~9th century BCE and the ~4th century CE. Given the temporal and financial costs of conducting traditional archaeological excavation on a city-wide scale, remote sensing provides a practical and effective method of collecting data that can give archaeologists a crucial perspective on the remains that lie beneath the surface. The UAS flights were conducted using fixed wing drones equipped with optical (RGB), red edge (RE) and near infrared (NIR) sensors. The present dataset provides raw geolocated images and processed geospatial products (orthomosaics, digital elevation models, and reflectance maps) for both survey years and all sensors. These data products are supplemented with information on individual flight dates, areal coverages, image processing workflows, and associated details on spatial accuracy and resolution. These data will expand the potential for new discoveries in this location through direct access to high quality geospatial information.
Vulci (fl. 10th cent. BCE- 5th cent. CE) was one of the largest and most important cities of ancient Etruria and one of the biggest pre-Roman cities in the 1st millennium BCE in the Italian peninsula. The investigation of Vulci presents a rare opportunity to study city-plans and urban infrastructures and for interpreting the organization of public spaces across time and cultures. The emergence of Vulci as an Etruscan settlement and its transformation into a Roman city involved important political, religious, and social changes, identifiable by comparative analyses between architectural spaces, trade and materials’ production. Duke’s excavations in the urban core identified over 6000 classifiable objects in different categories (pottery, coins, tools, architectural elements, metal, and wall decorations) which will contribute significantly to the study of urban archaeology in the Italian peninsula. Anticipating the power of 3D data and virtual reality for preserving, studying and communicating information about this unique site, the excavations at Vulci are entirely documented in 3D thanks to a combined use of 3D photogrammetry, georadars, multispectral drones and laser scanners. Vulci team has made use of VR tools (Unity 3D, Oculus Quest, HTC Vive) to create example immersive experiences. This project was generously supported by the following sponsors: Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l'Etruria meridionale; the Etruscan Foundation, and The Gladys Krieble Delmas Foundation.
The dynamics of urban transformations in Italy across the first millennium BCE is one of the most interesting research topics in classical archaeology because it concerns the emergence of complex societies in the Iron Age (early 1st millennium BCE), their evolution into city-states (the Etruscan and a few other pre-Roman societies), and finally, their transformation into Roman settlements. The urban changes of the Etruscan city to the Roman presumably involved radical political and social changes, but the first years of Duke’s excavation support the idea that this transformation was a slow process, with extensive reuse of architectural material and large overlapping of buildings’ foundations.
Simple parametric column created according to the description made by Vitruvius (De Architectura, IV, VII, 3-4).
The column was created as a family with Revit 2024 (Column Tuscanic.rfa). The column base, shaft and capital are nested within the hosting family. All nested family are either loaded in the file and saved in a specific folder called NestedFamilies. The interpretation of the source is explained in the family parameter tooltips.
Visualizzare Ravenna si propone di osservare, descrivere e narrare la geografia e la storia dei luoghi grazie all’incontro tra la lettura filologica del documento tradizionale - sia esso cartografico, iconografico o letterario - e le potenzialità delle tecnologie multimediali.
Il progetto “costituisce l'avvio di un piano di ambizioso e ampio respiro che si propone di costruire una mappa virtuale della città di Ravenna di nuova concezione tecnica e culturale che rappresenti gli aspetti naturalistici, storici, archeologici, geografici del territorio. La valorizzazione del territorio come bene culturale passa attraverso una capillare conoscenza delle trasformazioni e una restituzione mediante divulgazione delle conoscenze e delle stratificazioni che lo compongono. L'esito finale è il racconto via web di una unità paesistica che si percepisce visibilmente, ma della quale si può perdere la dimensione storica e il processo evolutivo” (Carla Giovannini).
La realizzazione del progetto VisualVersilia ha reso possibile la creazione di una guida multimediale su WebGIS, costituita da una mappa interattiva e da una serie di livelli di dialogo distinti per temi e caratterizzati da apposite icone, che attraverso l’utilizzo di differenti colorazioni sono in grado di esprimere le varie fasi storiche dei sottolivelli distinti secondo un criterio cronologico. Questa guida contiene la mappatura e le descrizioni di tutti i beni culturali della Versilia - siano esse aree e monumenti archeologici, edifici storici appartenenti al patrimonio storico artistico, musei, biblioteche, edifici religiosi, rocche medievali; sono state inoltre ricostruitele trasformazioni a lungo termine dell’ambiente, percorrendone la storia dal XXI secolo fino all’epoca delle prime attestazioni di frequenza umana sul territorio versiliese, attraverso il particolare livello “Il paesaggio com’era”, che consente perciò di inserire i siti culturali esaminati nei contesti geografici dei diversi periodi storici cui appartenevano. Le ricostruzioni sono state rese con la creazione di aree di colori differenti sovrapposte in trasparenza alla cartografia attuale di base di Google Earth versione satellitare: il marrone indica i rilievi, il verde chiaro la pianura, il verde oliva le aree paludose, il celeste i fiumi, laghi e mare, il beige i cordoni dunali e la spiaggia, l’arancione la viabilità, il nero la ferrovia ed il grigio i fenomeni di urbanizzazione.
VisualVersilia 3D ha consentito di definire una metodologia in grado di ricostruire le trasformazioni dei siti culturali nel corso del tempo, avvalendosi di ricostruzioni tridimensionali e soluzioni tecnologiche altamente immersive. In particolare sono stati creati modelli 3D, della fase attuale e romana, e tour virtuali della cosiddetta villa d’otium dei Venulei di Massaciuccoli (Massarosa, LU), risalente al I-II secolo d.C.; tale monumento è stato scelto come sito campione in virtù del fatto che si tratta del complesso archeologico più importante e meglio conservato della Versilia. La realizzazione di questa ricerca ha dunque permesso di ottenere una nuova ed attenta lettura del sito indagato.
VisualVersilia e VisualVersilia 3D sono progetti di ricerca del centro interuniversitario e-GEA coordinati dalla dott.ssa Martina Giannini e cofinanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
La realizzazione del progetto VisualVersilia ha reso possibile la creazione di una guida multimediale su WebGIS, costituita da una mappa interattiva e da una serie di livelli di dialogo distinti per temi e caratterizzati da apposite icone, che attraverso l’utilizzo di differenti colorazioni sono in grado di esprimere le varie fasi storiche dei sottolivelli distinti secondo un criterio cronologico.
The Virtual Museum of Archaeological Computing aims at retracing the development of a boundary discipline, which set its roots in the 1950s.
A virtual tour, guided by specialists, will offer a survey on the history of applications and technological devices, within the framework of the main archaeological sectors involved in the process of data digitisation. Both the general public and specialised scholars will be allowed to approach the most fascinating expectations in this field, aimed at establishing a dialogue between past and future, in which the present is rendered through a digital format.
A Roman villa site near Rieti known initially from several cryptoporticus structures. More recent excavations have revealed a series of rooms, including some with mosaic pavement.
The so-called "Villa Romana del Casale" (of Roman date) and the nearby settlement of Piazza Armerina, which seems to have been occupied by survivors from the villa site after it was destroyed in an earthquake in the early middle ages. The villa is listed as a UNESCO World Heritage Site, in part because of its famous mosaics.
Il complesso della cd. Agorà di Elea-Velia rappresenta un esempio significativo dell'architettura pubblica della città ellenistica, maturata in un periodo di particolare floridezza economica, i cui riflessi si colgono bene anche nei numerosi interventi di carattere urbanistico. L'edificio, esplorato intorno alla metà del Novecento, non ha conosciuto ancora un'edizione filologica, resa poco agevole anche dalla mancanza di dati di scavo e dalla decontestualizzazione dei materiali recuperati all'epoca. Ancora discussa, peraltro, è l’interpretazione della struttura che, tra le diverse possibilità, è stata di recente considerata come un ginnasio, valorizzando un’ipotesi formulata agli inizi degli anni Sessanta del Novecento.
La narrazione elaborata per il progetto E-Archeo ha inteso presentare una prima lettura dell'organizzazione del terrazzamento più basso nella fase ellenistica avanzata, affrontando numerosi problemi ancora aperti, come l'assetto del settore di ingresso, il sistema di accesso al cortile porticato interno, gli interventi di ‘anastilosi’ pregressi, etc. Nell'elaborazione dello storytelling, del backend scientifico e delle ricostruzioni, curate da Carraro Lab, si è tentato, come per gli altri edifici velini, di coinvolgere l'utente e il visitatore nelle riflessioni sulle problematiche ancora aperte e sul percorso ricostruttivo, reso difficoltoso anche dalle trasformazioni dovute al dissesto idrogeologico dell'area in cui sorge l'edificio. L’analisi del complesso e del suo rapporto con la fascia mesourbana della città è stata integrata con alcuni tematismi che contraddistinguono Velia, come la ricchezza delle sorgenti naturali, l’attestazione di peculiari magistrature (ginnasiarchia) legate alla gestione di questo tipo di edifici ancora nella prima età imperiale, insieme ad altri di carattere generale sui ginnasi, sulla loro organizzazione e sul ruolo nel tessuto sociale.
Il Quartiere meridionale di Elea-Velia conserva alcune interessanti evidenze della cultura abitativa di età ellenistica. In particolare, la casa A.I.2 è stata scelta nell'ambito del Progetto E-Archeo per la planimetria più articolata rispetto alle semplici case a cortile centrale. L'unità, infatti, è assimilabile al tipo cosiddetto "a pastas", per la presenza di un vano, a pianta rettangolare allungata, che funge da raccordo e da filtro tra il settore della casa posto intorno a cortile e quello più riservato, costituito da tre ambienti quadrangolari affiancati. L'edificio è interessato da una lunga sequenza di interventi costruttivi, a partire dall'impianto databile agli inizi del III sec. a.C., fino all'età imperiale avanzata. Le ricostruzioni, curate da Carraro Lab, propongono la casa nei suoi primi decenni di occupazione, recuperando, nel percorso narrativo, i temi essenziali dell'abitare in questo ambito cronologico. In assenza dei dati di scavo e dei contesti dei materiali rinvenuti nel corso delle ricerche della prima metà del Novecento, sono state evidenziate le diverse connotazioni planimetrico-spaziali dell'edificio. Il cortile, in posizione centrale, era destinato ad aerare e a illuminare gli ambienti che si disponevano intorno, mentre uno dei vani di questo settore, per la collocazione e gli elementi di confronto con un'altra casa dello stesso isolato (A.I.3), poteva essere stato funzionale ai momenti di aggregazione sociale, come ad esempio il banchetto. Nel grande vano, identificabile come la pastas, sono stati proposti altri elementi di carattere generale, come le aree di piccolo stoccaggio, le dispense e o gli arredi in legno utilizzati in questo periodo. Gli ambienti posti nella parte più riservata della casa sono stati considerati di soggiorno, con le attività della tessitura, o destinati al riposo notturno, mentre altri oggetti, come la ceramica a vernice nera o i bracieri fittili hanno consentito di richiamare, in senso più ampio, alcuni degli aspetti della cultura materiale della città, nell'età ellenistica avanzata.
Il complesso dell'Insula II occupa un intero isolato del Quartiere meridionale di Velia, lungo un'importante via di accesso alla città. L'edificio è al centro di un vivace dibattito incentrato soprattutto sui problemi cronologici, relativamente alle fasi edilizie, e su quelli interpretativi. La struttura è composta da un primo settore porticato, in cui era posizionato un altare, seguito da un ampio spazio scoperto, forse un giardino, delimitato da un criptoportico a tre bracci su cui si impostava, probabilmente, un altro portico. Sul piano cronologico l'impianto della struttura è datato alla prima metà del I sec. a.C. o all'età augustea, mentre le trasformazioni successive giungono fino al tardo antico. Le interpretazioni più recenti, invece, sono orientate a riconoscere, nell'edificio, la sede di un'associazione professionale, secondo alcuni legata alla medicina, per il rinvenimento di un ricco arredo scultoreo, composto da un nucleo di statue di medici eleati e di erme, tra le quali quella di Parmenide, da un ciclo di ritratti della famiglia imperiale giulio-claudia e da un gruppo di teste di filosofi, divinità, etc. Le ricostruzioni, curate da Carraro Lab, delineano una proposta di lettura dell'edificio nella primissima età imperiale, che ha affrontato molti temi ancora discussi, come, ad esempio, il rapporto funzionale tra i diversi settori del complesso o la ricomposizione dei portici prima delle variazioni dovute alle fasi più mature dell'edificio e ai restauri moderni. La mancanza di dati di scavo affidabili sul rinvenimento delle statue e sulla loro originaria collocazione, rispetto alle fasi edilizie, ha suggerito di presentare il problema dell'arredo scultoreo come tematismo di carattere più generale, legato all'articolazione tipologica degli spazi e degli organismi architettonici del complesso, coinvolgendo l'utente, anche in questo caso, nel dibattito scientifico aperto e nella complessità della lettura e del percorso ricostruttivo.
Nell'ambito del sistema difensivo di Elea-Velia, il fortilizio di Castelluccio rappresenta, in età ellenistica, la struttura più rilevante per posizione e dimensioni. La torre, a pianta rettangolare allungata, proteggeva il punto di raccordo tra due tratti delle fortificazioni che si sviluppavano lungo il versante settentrionale e meridionale della città, ma costituiva, soprattutto, una postazione strategica di controllo delle aree interne, gravitanti intorno all'abitato. Per questo motivo la torre doveva prevedere un presidio stabile e particolarmente significativo, rispetto alle altre torri a pianta quadrangolare distribuite lungo il tracciato delle mura. La ricostruzione per il progetto E-Archeo, curata da Carraro Lab, ha inteso sottolineare proprio questo aspetto dell'edificio che assumeva una posizione dominante per la collocazione alla sommità di un declivio molto ripido. Le viste privilegiano la rappresentazione dell'assetto interno del fortilizio, dotato di una scala di accesso nel corso della seconda fase edilizia databile agli inizi del III sec. a.C., e quello esterno, caratterizzato da un terrazzamento interpretato come un proteichisma, un apprestamento avanzato che proteggeva, anche con altre strutture mobili, le eventuali sortite dei difensori. La presenza di macchine da guerra allude sia alle esigenze difensive di questo settore delle fortificazioni di Elea-Velia, sia, più in generale, al tema delle tecnologie e della poliorcetica di età ellenistica.
Le pendici meridionali dell’acropoli di Elea-Velia hanno restituito un ampio nucleo dell’abitato riferibile alle prime generazioni dei Focei, che fondano la città intorno al 540-535 a.C., distribuito lungo i terrazzamenti naturali. Gli edifici, di dimensioni contenute, in media 20-30 m2, presentano, generalmente, una planimetria rettangolare, suddivisa in due ambienti, di cui uno di dimensioni minori. L’unità domestica A.XV, individuata nell'ambito del progetto E-Archeo, viene proposta nella sua ultima fase di utilizzo, quando una sola delle due originarie porte di ingresso consentiva l’accesso direttamente dall’asse stradale su cui si disponeva la struttura. La ricostruzione, curata da Carraro Lab, ripropone l'edificio nel suo rapporto con la viabilità e, in particolar modo, con l'orografia antica, sottolineando uno degli aspetti caratterizzanti dell'organizzazione dell'abitato dell'acropoli. Nelle viste della parte esterna, inoltre, sono stati sviluppati i tematismi legati alle tecniche costruttive e alle soluzioni adottate per i sistemi di copertura e impermeabilizzazione dei tetti. All'interno degli ambienti, di cui non si conoscono i contesti d’uso per l’abbandono e l’obliterazione intenzionali intorno al 480 a.C., sono state suggerite, a titolo esemplificativo, alcune delle attività domestiche ricorrenti in questo ambito cronologico, mentre altri oggetti richiamano diversi aspetti della cultura materiale di Elea-Velia, sul finire del VI sec. a.C.
L'unità domestica A.I si colloca in un settore dell'abitato tardo arcaico di Elea-Velia posto su una dorsale che si sviluppa dall'acropoli verso l'interno. Questa abitazione, nell'ambito del progetto E-Archeo, è stata individuata, considerate anche le lacune documentarie e la momentanea inaccessibilità delle strutture, per la peculiarità della planimetria, riferibile al tipo definito "ad ante" per il prolungamento, nella parte frontale, delle pareti perimetrali laterali. Questo modulo, che si richiama a repertori più antichi, a Elea-Velia viene adottato alla fine del VI sec. a.C. e non appare diffuso, allo stato attuale delle conoscenze, nell'architettura domestica magno-greca di questo periodo. L'edificio A.I, inoltre, si distingue anche per un intervento di ampliamento che, pochi anni dopo la sua costruzione, comporta l'aggiunta, al singolo ambiente originario, di altri due vani. In assenza dei contesti d'uso per l'obliterazione intenzionale della struttura, come accade per tutto l'abitato dell'acropoli, intorno al 480 a.C., il racconto dell'unità domestica e la proposta ricostruttiva, curata da Carraro Lab, si sono arricchiti di una serie di richiami all'organizzazione dello spazio domestico greco, alle attività quotidiane, come la tessitura o la cottura dei cibi su sostegni mobili in terracotta. Altri focus sono stati dedicati alla cultura materiale o ad alcuni eventi significativi di questa fase cronologica di Elea-Velia.
The ancient city of Elea / Velia was said to have been founded by Phocaean Greeks in the sixth century B.C. and then became an ally of Rome in the third century B.C.
An important city of South Etruria located north-northwest of Rome, Veii was eventually sacked by the Romans in 396 B.C. The ancient city covered some 180 ha.
Output of the Bilateral project is the Vani Virtual eXperience, a digital exploration in the historic city of Vani, Imereti region, western Georgia, to admire the wonders of the Past, especially referring to the archaeological area of the so-called mosaic floor temple and its findings - our main case study. Located about 41 km southwest from the regional capital Kutaisi, Vani is an area with continuity of life. The richness of the documentary framework and the variety of the historical and archaeological problems offered today by the ancient city reveal an incredible potential that constitutes a truly significant heritage and a first-level attractive element by making use of new technologies applied to Cultural Heritage. In this light, we had the idea of providing citizens and tourists with a digital interactive tool capable of enhancing and promoting knowledge of the territory, its history and evolution over time. Such a tool has multiple purposes: it can be used as a website, a webapp application, a kiosk desk in the Vani Archaeological Museum and as QRcode panels along the archeological site.
The interactive exploration of Vani Virtual eXperience allows accessing a specific area of the Vani temple-city of historical-archaeological interest: the so-called mosaic floored temple, located a few meters away from the entry gate of Vani and the Archaeological Museum.