Academic Article
La valorizzazione di contesti inaccessibili nella necropoli greca di taranto: un modello di fruizione multimodale basato su interfacce naturali
- Title
- La valorizzazione di contesti inaccessibili nella necropoli greca di taranto: un modello di fruizione multimodale basato su interfacce naturali
- Creator(s)
- Gabellone, Francesco
- Giannotta, Maria
- Ferrari, Ivan
- Date
- 2014
- Is Part Of
- Arkos magazine- Scienza Restauro e Valorizzazione.
- Volume
- 2
- Pages
- 15 - 22
- Language
- ita
- Short Title
- La valorizzazione di contesti inaccessibili nella necropoli greca di taranto
- Abstract
- Il lavoro qui presentato è stato realizzato nell’ambito del Progetto Marta Racconta. Storie Virtuali di Tesori Nascosti, finanziato dalla FCRP. L’obiettivo principale della ricerca è stato quello di rendere ‘accessibili’ e fruibili nel MARTA’ - Museo Archeologico Nazionale di Taranto - alcuni monumenti della necropoli antica mediante un’istallazione di Realtà Virtuale. A tale scopo è stato creato un sistema innovativo di navigazione immersiva che permette di visitare in remoto monumenti inaccessibili, offrendo una fruizione integrata di tutta la documentazione storico-archeologica disponibile. Il progetto costituisce, di fatto, una forma di musealizzazione a distanza di monumenti inaccessibili, basata sulla restituzione digitale di ogni elemento necessario alla comprensione del contesto originario e dei materiali ad esso associati. Nel nostro caso la visita virtuale si basa sulla restituzione 3D di alcune tombe a camera della città antica di Taranto che hanno restituito reperti (elementi architettonici e corredi funerari) conservati o esposti nel Martà. In collaborazione con la Soprintendenza e la direzione del Museo sono stati individuati tre monumenti che, per ragioni diverse, sono stati ritenuti particolarmente interessanti ai fini del progetto. Come è ben noto, la maggior parte degli ipogei funerari tarantini non è visitabile dal grande pubblico perché si trova al di sotto di edifici privati. Il primo monumento in esame rientra in questa categoria: si tratta della cosiddetta Tomba dei Festoni messa in luce, agli inizi del secolo scorso, al momento dei lavori di edificazione di uno stabile di via Crispi. Il secondo monumento, denominato Ipogeo delle Gorgoni, è stato scoperto fortuitamente nel 1997 immediatamente al disotto del piano stradale in via Otranto e, per la sua ubicazione, risulta del tutto inaccessibile. Il terzo monumento, le cosiddette tombe Gemine, rinvenute nel 1955 in occasione dei lavori di costruzione dell’Istituto “Maria Ausiliatrice”, rappresentano una delle prime manifestazioni dell’uso della tomba a camera dipinta a Taranto nella seconda metà del IV sec. a.C.. Nel progetto “Marta Racconta, storie virtuali di tesori nascosti” troviamo tre distinti livelli di trasmissione del messaggio culturale: la visita virtuale interattiva dell’ipogeo dei festoni, il filmato passivo nel quale quell’ipogeo viene raccontato e contestualizzato, ed infine una raccolta di documenti in cui vengono presentati alcuni elementi necessari alla comprensione delle ricostruzioni. Una approccio classico di visita multimodale, in cui informazioni eterogenee sono combinate tra loro e presentate in forma diversa al fine di dispiegare il massimo impatto comunicativo e divulgativo. Nella visita virtuale l’utente può visualizzare il luogo così come appare oggi, con la possibilità però di ricevere informazioni sui corredi e sui pigmenti usati nelle pitture. Nella fruizione passiva, basata sulla produzione di un filmato stereoscopico, i monumenti oggetto di studio vengono presentati in un tessuto narrativo che li pone in relazione con il contesto storico-culturale cui si riferiscono. Solo successivamente al più ampio inquadramento delle problematiche connesse ai culti e ai rituali funerari in uso nel mondo greco, l’utente viene informato sul probabile aspetto originario dei monumenti, cioè sulle ricostruzioni. La seconda modalità di fruizione museale è basata su un approccio passivo, un filmato strereoscopico nel quale, attraverso un racconto in computer animation vengono presentati i tre monumenti con un tono “narrato” e coinvolgente. Questa scelta è motivata dall’esigenza di offrire al pubblico un prodotto diversificato, che possa appassionare con l’esplorazione interattiva chi ha una certa “confidenza” con l’uso degli strumenti informatici, ma anche di coinvolgere i visitatori con strumenti di comunicazione di facile comprensione che non richiedono nessuna abilità nell’uso di tecnologie. L’obiettivo primario di questo approccio è quello di portare il fruitore ad una comprensione chiara e precisa dell’oggetto comunicato. Comprendere significa prima apprendere e poi capire. In effetti le principali componenti di ogni processo di apprendimento sono essenzialmente due: la comprensione e la motivazione. La prima componente è di tipo cognitivo e corrisponde alla comprensione dell’oggetto dell’apprendimento. La seconda, invece, è di tipo dinamico e coincide con la motivazione, cioè con l’interesse che ci spinge ad apprendere. Se quindi una maggiore motivazione spesso produce maggiore comprensione, si può dedurre che il digitale, in quanto componente capace di generare un appeal in sé, agisca positivamente su entrambi i fattori dell’apprendimento, permettendo di ottenere, da una grande motivazione, anche la massima efficacia comunicativa. In questo contesto la ricostruzione virtuale, intesa come sintesi finale di uno studio multidisciplinare, rappresenta la via più diretta e semplice per comunicare le suggestioni del passato, arricchendole di valori emozionali grazie all’uso degli effetti visuali e alla narrazione.
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